Con le sue torri merlate e le mura in pietra Fenis è il castello medievale per eccellenza, tra i più famosi della regione. Da visitare assolutamente in un viaggio in Valle d’Aosta perché è uno dei castelli più belli e interessanti della zona, e anche uno dei castelli medievali meglio conservati in Italia. Sorge 15 km ad est di Aosta ed è facilmente raggiungibile dalla strada statale. Elemento distintivo è l’affresco di San Giorgio che uccide il drago, posto al centro del cortile interno.
storia
Nonostante l’aspetto il castello di Fenis non è nato come struttura difensiva: sorge infatti su una piana malamente difendibile e non su un picco roccioso. Fin dall’inizio venne concepito come dimora di rappresentanza dei signori di Challant, i feudatari che regnarono sulla Valle d’Aosta in nome dei Savoia.
L’idea che sia sorto sui resti di una villa romana non è stata per ora confermata da ritrovamenti nei sotterranei. Il castello comincia ad evolversi verso la sua forma attuale nel XIV sec. quando Aimone di Challant costruisce il corpo abitativo centrale di forma pentagonale. Altri torri e mura merlate si aggiunsero in seguito. Bonifacio I, figlio primogenito di Aimone, assicurerà al castello il periodo di massimo splendore: pratico di politica e arti militari, è comunque sensibile all’arte e al gusto del bello: fu lui a commissionare il ciclo di affreschi. Grazie alla sua conoscenza della cultura e delle corti europee Bonifacio incarna la classica figura del cavalier cortese. L’inizio del declino si ebbe con la sua morte nel 1426 e si protrasse lentamente fino all’inizio del ‘700 quando gli Challant vendettero il castello al conte Baldassare Saluzzo di Paesana per far fronte ai debiti. Seguiranno vari passaggi di proprietà e solo alla fine del XIX sec. il castello verrà acquistato (per 15.000£ dell’epoca) dallo stato italiano per mano di Alfredo d’Andrade (lo stesso che alcuni anni prima aveva usato il castello come modello per il Borgo Medievale di Torino). Poi fu lentamente recuperato dalla lunga decadenza e ristrutturato. Rimarranno comunque gravissimi i danni agli affreschi della cappella interna occorsi nel periodo in cui il castello venne usato come fattoria agricola: il pian terreno venne adibito a stalla e il primo piano venne usato come fienile, con il fieno ammassato direttamente contro gli affreschi delle stanze nobili.
San Giorgio che uccide il drago
L’affresco di San Giorgio che uccide il drago di fronte alla principessa si trova al centro del cortile interno è opera di Giacomo Jaquerio, maggiore esponente della pittura tardo gotica in Piemonte. E’ un tema ricorrente in tutto il medioevo e che riprende con alcune varianti un concetto base presente in tutte le culture: il brutto mostro cattivo ucciso dall’eroe buono e bello, di solito di fronte ad una bella fanciulla, preferibilmente di origini nobili. Evolvendo in senso religioso il concetto base dell’eterna lotta tra il bene e il male, nel medioevo San Giorgio simboleggia la fede e la grazia divina che sconfigge il peccato (il drago).
San Giorgio era un martire cristiano della fine del III sec. Originario della Cappadocia (regione dell’odierna Turchia) che si trasferì in palestina e si arruolò nell’esercito dell’imperatore Diocleziano, fino a diventare ufficiale della guardia del corpo dello stesso imperatore. La sua convinta professione di fede cristiana fu punita con il martirio. La sua storia venne portata in Europa dai crociati di ritorno dalla Terra Santa, e alla metà del XIV sec. San Giorgio viene nominato patrono dell’Inghilerra da re Edoardo III. Per tutto il medioevo sarà il principale uccisore di draghi nella maggior parte delle raffigurazioni pittoriche.
Nell’affresco del castello di Fenis ha armatura bianca e monta un cavallo bianco bardato di bianco (simbolo di purezza, virtù, ecc.), e guardando bene si vede che lo stemma di casa Savoia è riprodotto più volte sui finimenti del cavallo, così come i colori delle bardature sono bianco rosso e nero, i colori dello stemma degli Challant. La bella principessa assiste emozionata alla scena. Il San Giorgio di Fenis in realtà raffigura Bonifacio I di Challant, il figlio primogenito di Aimone.
Sopra l’immagine di San Giorgio si sviluppa una teoria di 11 saggi (o filosofi) che accompagnano idealmente il visitatore in un percorso di elevazione spirituale verso lo stato di beatitudine, parallelo al percorso fisico delle scale che portano agli ambienti interni e alla cappella del castello: la porta di sinistra dà accesso alle camere da letto, quella di destra alla sala padronale.
Ogni saggio o filosofo mostra un cartiglio che contiene massime morali o consigli di buon senso sulla vita comunitaria. Le scritte sono in francese antico, ormai oggi non più facilmente leggibili. Una però è ancora facilmente comprensibile nonostante la lingua arcaica: “De toute science le commencement / est d’amer Dieu omnipotent / Jhesu Crist qui nous a formés / Lequel tous jours devons louer”.
Osservando bene si nota che uno dei saggi è nettamente diverso dagli altri: ha abiti e fattezze musulmane. E’ un interessante indice della visione cosmopolita di Bonifacio I di Challant, retaggio delle crociate.
E proprio sopra il saggio musulmano, nella cornice superiore dove sono riportati stemmi e varie indicazioni araldiche, si trova uno stemma con un’aquila argentea in campo porpora: è lo stemma di famiglia di Francoise de Roussillon, moglie di Bonifacio.
In un angolo del cortile si trova una frase propiziatoria e beneaugurante per il castello: “Duri questa casa, finché la formica abbia bevuto il mare e la lenta testuggine abbia tutta aggirata la terra”. E in effetti la casa è arrivata fino a noi, anche se con qualche danno del tempo.
Sopra la porta di accesso, sulla parete opposta a quella di San Giorgio, c’è un dipinto che raffigura San Cristoforo, protettore dei pellegrini.
gli affreschi del piano nobile
Sempre di Jaquerio (e degli artisti della sua bottega) il ciclo di affreschi delle stanze nobili e della cappella, purtroppo notevolmente danneggiati nel periodo di decadenza del castello, come detto all’inizio. Gli affreschi sulle tre pareti si sviluppano su due piani e sono racchiusi da nicchie e pilastri gotici. Interessante il fatto che possano essere idealmente proiettati sulle pareti di un tabernacolo a pianta dodecagonale, nonostante i pilastri sulla parete di destra non siano allineati nei due piani.
Sulla parete di sinistra (a sinistra nella foto sotto) si susseguono: San Bartolomeo, San Giacomo Maggiore, San Filippo e un apostolo (probabilmente Simone) nel registro superiore, mentre seguono un Santo Vescovo, Santa Caterina di Alessandria, un Santo Francano e un altro Santo Vescovo nel registro inferiore.
Nella parete frontale a sinistra (parte destra della foto sotto) spicca l’affresco della Madonna della misericordia, con due angeli che le sorreggono il mantello, e una folla di fedeli tra cui sono raffigurati anche Bonifacio I e Amedeo di Challant (al centro). L’affresco della Madonna è sormontato dalle immagini di San Tommaso, San Mattia e San Giuda Taddeo (uno degli apostoli, da non confondere però con Giuda Iscariota il traditore).
A destra della finestra (non presente nella foto) una scena della crocefissione.
Sulla parete di destra (foto sotto) un’altra teoria di santi, tra cui al registro inferiore si distinguono due sterminatori di draghi: San Giorgio e San Michele Arcangelo. Sempre in tema draghi anche nel medaglione superiore (non in foto) è ritratta Santa Margherita di Antiochia che combatte il drago.
Quello col mantello rosso è San Giovanni Battista.
prezzo biglietti e visita
L’accesso al castello è possibile solo con visita guidata ed è concesso solo a gruppi di massimo 25 persone ogni mezzora: quindi se davanti a te ci sono parecchie persone già prenotate può capitare che devi attendere la partenza dei gruppi successivi.
Il biglietto di ingresso costa 7€ per gli adulti e 2€ per i ragazzi dai 6 ai 18 anni. Gratuito per i bambini fino a 6 anni.
Da ottobre a marzo: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00
Chiuso il lunedì, tranne il 31 dicembre.
Da aprile a settembre: dalle 9.00 alle 19.00, aperto tutti i giorni.
ATTENZIONE: orari e aperture sono suscettibili di modifiche, meglio telefonare per conferma.
Telefono: +39 0165 764263
dove parcheggiare
E’ disponibile un’ampia area di parcheggio a circa 10 minuti di cammino dal castello, ma è segnalata malissimo, quindi la prima volta che si viene è facile cominciare a girare in tondo nel vano tentativo di cercarla. Consiglio di studiarsi la mappa satellitare da Google prima di andare, così ci si orienta più facilmente:
Il parcheggio è proprio di fronte all’Hotel Comtes de Challant, quindi nel navigatore (specialmente se si usa Google Maps sullo smartphone) come destinazione si può mettere questo hotel per trovare più facilmente il parcheggio.
dove dormire
E come alloggio nei dintorni consiglio proprio l’Hotel Comtes de Challant: è un buon albergo, ben posizionato e soprattutto ha un ottimo rapporto qualità/prezzo.
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mappa e indirizzo
Il castello di Fenis sorge 15 km a est di Aosta.
indirizzo: Località Chez Sapin, 1, 11020 Fénis (AO)
video
Questo è il video di presentazione del castello di Fenis realizzato dall’ufficio del turismo della Valle d’Aosta, ma onestamente devo dire che dal vivo è molto meglio di come appare in questo filmato:
Vedi anche le pagine sugli altri castelli della Valle d’Aosta.
curiosità
Nel 1985 il castello di Fenis viene usato per girare le scene degli esterni del castello del conte Vlad nel film Fracchia contro Dracula con Paolo Villaggio.
E come ogni buon castello che si rispetti anche quello di Fenis può vantare la presenza di un fantasma: la locale leggenda narra che una donna malvagia sposò in seconde nozze il signore del castello (non è specificato quale) e uccise il figlio del primo matrimonio per assicurare titolo ed eredità al suo. Da allora il fantasma del ragazzo vaga per le stanze facendo le solite cose che fanno gli spettri: sposta cose, vede gente, ecc.
Per ulteriori approfondimenti: libri sul castello di Fenis.
Per maggiori informazioni sulla regione:
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